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Il discorso programmatico di Giorgia Meloni di ieri in Parlamento – com’è giusto che sia – è stato rivoltato come un calzino da giornalisti ed opinionisti, dai grandi così come dalle persone comuni. Chi per dover di cronaca, chi per schierarsi a favore o contro, chi per curiosità di comprendere quali potranno essere le sorti del nostro paese in mano a questo nuovo governo. Noi facciamo parte di questi ultimi. Abbiamo ascoltato le parole della premier con attenzione, cercando di capire – al di là delle ideologie politiche – quali siano le posizioni  (e dunque le applicazioni concrete che ci potremo attendere) sulle tematiche di sostenibilità che tanto ci stanno a cuore.

Molto bello il discorso sulle donne che “hanno costruito, con le assi del loro esempio, la scala che oggi consente” a lei “di salire e di rompere il pesante tetto di cristallo che sta sulle nostre teste“. Finalmente una donna in una posizione di potere mai raggiunta prima da altre donne: sarà in grado di garantire i diritti per tutte le altre donne del nostro paese?  Di diritti ne ha parlato poco, ma si è impegnata per lavorare “sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita.” e questo ovviamente ci fa ben sperare!

Ma passiamo al grande dubbio: come verrà gestita la crisi climatica nei prossimi anni nel nostro Paese?

Se da un lato ci rincuora che il governo abbia ben presente le conseguenze del cambiamento climatico che dobbiamo affrontare come paese e che “Servono investimenti strutturali per affrontare l’emergenza climatica, le sfide ambientali, il rischio idrogeologico e l’erosione costiera, e per accelerare i processi di ricostruzione dei territori colpiti in questi anni da terremoti e calamità naturali“, dall’altra ci preoccupa un po’ che queste vengano in qualche modo disassociate dal tema dell’energia.

La premier sembra relegare il problema dell’energia ad una questione di costi ed approvvigionamenti, come se fosse un tema scorporato dal cambiamento climatico, come se non fosse una delle cause principali. Tra l’altro parla anche di sfruttamento ulteriore delle risorse naturali : “i nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno“, per poi però menzionare anche le rinnovabili, da potenziare come “patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili“.

Nessun cenno al nucleare, che in campagna elettorale aveva fatto tanto discutere, soprattutto per le posizioni prese dai suoi alleati.

Sull’ambiente però la premier – e di conseguenza il suo governo – prende una posizione molto curiosa: sembrerebbe relegare la questione ambientale ad un dominio esclusivo dei giovani. Dice: “Sappiamo che ai giovani sta particolarmente a cuore la difesa dell’ambiente naturale. Ce ne faremo carico, perché, come ebbe a scrivere Roger Scruton, uno dei più grandi maestri del pensiero conservatore europeo, “l’ecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato e chi verrà dopo di noi”. Proteggere il nostro patrimonio naturale ci impegna esattamente, come la tutela del patrimonio di cultura, tradizioni e spiritualità, che abbiamo ereditato dai nostri padri perché lo potessimo trasmettere ai nostri figli. Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore; ma quello che ci distingue da certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale. Accompagnare le imprese e i cittadini verso la transizione verde, senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica: sarà questo il nostro approccio.“.

Posto che dissentiamo sulla posizione per cui le questioni ambientali (che vengono tra l’altro circoscritte – a nostro avviso riduttivamente – solo all’ambiente naturale) siano tematiche rilevanti solo per i giovani, non ci è molto chiara la posizione del governo in tal senso. Subito dopo infatti la premier fa riferimento alle manifestazioni giovanili, e dice che continuerà ad avere un moto di simpatia verso i giovani che andranno in piazza a manifestare anche contro l’operato del suo governo.

Quindi dall’equazione tracciata nel suo discorso  

ambiente : giovani = azioni di governo : giovani manifestanti scontenti

cosa dobbiamo attenderci da questo governo in termini di sostenibilità? 🤔

Lo scopriremo solo vivendo …